
Dalle origini di Viniyoga e Vinyasa Krama Yoga alla pratica odierna
Il Vinyasa krama yoga e il Viniyoga sono legati alla tradizione della scuola di T. Krishnamacharya, che è stato maestro sia di Pattabhi Jois (creatore dell’Ashatanga Yoga), di B.K.S. Iyengar (creatore dell’omonimo stile) e di A.G. Mohan (creatore dello “Svastha Yoga e Ayurveda”).
Krishnamacharya è universalmente riconosciuto come l’architetto del Vinyasa Krama, intesa come l’arte di combinare il respiro con il movimento.
Viniyoga
Il Viniyoga è un antico termine sanscrito ed è un metodo specifico dello yoga, sviluppato dal figlio di Krishnamacharya, T.K.V. Desikachar. “Vini” significa avvicinarsi con profondità. È un approccio allo yoga che aiuta le persone a iniziare da dove sono.
A lavorare verso i propri obiettivi. Ognuno di noi è individualmente unico. Tutti possono trovare un punto di partenza nello yoga, indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla razza, dal grado di flessibilità e/o forza, dalle convinzioni personali o dalle condizioni di salute.
L’insegnante di Viniyoga aiuta a creare un programma di yoga personalizzato, adatta le pose (āsana) per soddisfare le esigenze individuali.
Lo stesso vale per il Prāṇāyāma, la meditazione, i canti e le altre tecniche di yoga.
Vinyasa Krama Yoga
Vinyasa, sempre di origine sanscrita, letteralmente significa “sistemazione” o “ordine”.
Krama è una successione di “stadi-passaggi” intelligenti all’interno di una sequenza.
Vinyasa krama yoga indica una sequenza di posizioni concatenate e coordinate con il respiro, in modo da creare un unico movimento ad onda fluida in una “progressione graduale e sistematica”, che si ritrova anche all’interno di una singola sequenza di posizioni, che dovrebbe consistere idealmente in una fase iniziale(purva-kriyasana), in una fase centrale (pradhana-kriyasana) e in una fase discendente (uttara-kriyasana).
Il Vinyasa krama yoga è un metodo dolce che permette a chi ha perso la salute di recuperarla, a chi è in uno stato di benessere di migliorarsi, e a chi è dotato di capacità eccezionali di dare piena espressione alle proprie potenzialità.
Quali sono le caratteristiche?
- Enfasi sulla funzione piuttosto che sulla forma delle posizioni.
- Attenzione al respiro come mezzo per il movimento.
- Diverso utilizzo delle fasi respiratorie (In, Es, ritenzioni) per produrre effetti diversi.
- Personalizzazione della pratica in funzione delle esigenze della persona anche nelle lezioni di gruppo.
- Utilizzo delle controposizioni per mantenere i benefici delle posizioni stesse.
- Progressione graduale (Yoga Sutra di Patanjali, 3.6)
- Importanza di come entrare e uscire in maniera intelligente da una posizione, senza creare danni.
Come si svolge la lezione/pratica?
Posizioni di yoga (Āsana)
Tecniche di allungamento del respiro (Prāṇāyāma)
Vinyāsa (āsana in sequenza fluida coordinando i movimenti con il respiro)
Contrazioni muscolari che serrano particolari zone del corpo (Bandha)
Recitazione di suoni in sanscrito (mantra) in āsana e insieme ai vinyāsa
Esercizi per calmare e focalizzare la mente (Dhāraṇā, concentrazione, Dhyāna meditazione e Sāmadhi, completo assorbimento con l’oggetto su cui si medita)
Posizioni del corpo, o di una o più parti del corpo che producono un impatto particolare sul piano energetico (Mudra).