
Dialogare con il proprio cuore
“L’uomo tiene in ordine ogni giorno la propria chioma che per lo più conserva sino alla morte; perché non tiene ogni giorno in ordine anche il suo cuore, che anche in tarda età gli procura ogni forma di felicità e ogni forma di tormento?”(Proverbio indiano)
Il testimone silenzioso
Dialogare con il proprio cuore potrebbe essere un’abitudine positiva per il corpo, per la mente e per il respiro. Bisogna imparare a fidarsi dell’intelligenza del cuore.
Il cuore viene considerato la sede della mente e la mente in realtà è nel cuore. Questo è il luogo dove risiede la coscienza individuale o il testimone silenzioso (puruṣa) che non cambia mai e non si può conoscere attraverso la mente, perché quest’ultima è legata alla natura (prakṛiti) che è soggetta a cambiamento. Il puruṣa si può conoscere da solo.
Il puruṣa ci fa vedere come funziona la mente e ci permette di conoscere la nostra forza e le nostre debolezze. Questa chiarezza del puruṣa è detta viveka, che significa “vedere ciò che siamo e ciò che non siamo. Viveka è distinguere la mente (citta) dalla coscienza (puruṣa).
Saṁyama applicato al cuore
Il saggio Patañjali nel sūtra 3.34 (hṛdaye-cittasaṁvit) degli Yoga Sūtra afferma che “il saṁyama applicato al cuore (hṛdaye) rivela in modo completo le qualità della mente”.
Il saṁyama è l’applicazione continua di tre processi esclusivamente su un unico oggetto: dhāraṇā (la concentrazione), dhyāna (la meditazione) e samādhi (la completa fusione con l‘oggetto).
“Quando la mente è dominata e controllata si ha esperienza di uno stato riflessivo dell’essere, in cui la conoscenza sorge in modo chiaro cosi che l’anima dimora nella sua propria sede.” Da qui l’importanza di pulire la mente costantemente.
Il luogo del testimone silenzioso
Nel sūtra 1.3 (tadā draṣṭuh svarūpe avasthānam) Patañjali usa il termine draṣṭuh per indicare il puruṣa, il testimone silenzioso. “Allora il veggente (draṣṭuh) dimora nella sua natura essenziale”. Siccome non si può meditare sul puruṣa, allora lo si può fare sul luogo dove abita il puruṣa, cioè il cuore.
Perché?
Il puruṣa contiene il Sé, è il potere dentro di noi che ci permette di percepire nel modo giusto e che ci indica l’azione giusta nella vita.
Il cuore e l’energia vitale
Il cuore è ciò che non cambia, ma un cuore senza prāṇa, inteso sia come respiro e sia come energia vitale, non ha niente da dirci. Secondo Patañjali il prāṇa è l’espressione del puruṣa: più una persona conserva al suo interno questa energia vitale, più è una persona appagata
Nel cuore inoltre ci sono cinque forme di prāṇa collegate ad altrettante funzioni fisiche : udāna-vāyu è corrispondente alla gola e alla funzione della parola, prāṇa-vāyu alla regione toracica, samāna-vāyu all’area centrale del corpo e alla funzione digestiva, apāna-vāyu al basso addome e alla funzione escretiva, e vyāna-vāyu alla funzione della distribuzione dell’energia in tutte le parti del corpo.
“Ciò che oscura il cuore”
“Perché a volte sentiamo che non stiamo dando il meglio a noi stessi e agli altri? Perché ci accorgiamo di non avere chiarezza su una situazione o una persona?” Secondo Patañjali la causa è l’errata comprensione (avidyā) “che oscura la percezione”.
Ma che cos’è avidyā così radicato in noi?
Possiamo intenderla come il risultato dell’accumulo delle nostre azioni inconsce, i giudizi e le reazioni che abbiamo prodotto meccanicamente per anni. Per effetto di queste risposte inconsce la mente diventa sempre più dipendente dalle abitudini. Così finiamo per reagire oggi allo stesso modo di ieri non considerando che le situazioni cambiano.
Vedere l’attimo è una capacità che si sviluppa quando la mente è molto attenta e chiara, in modo da osservare il cambiamento. Da ciò nasce una chiarezza intuitiva paragonata (Yoga Sūtra) alla stella cadente, che parte dal cuore.
Praticare e “dialogare con il proprio cuore”
Per la mia esperienza personale, dialogare con il proprio cuore può avere effetti collaterali solo che benefici. Come? Mi aiuta ad essere più generosa e disponibile verso persone nei confronti delle quali solitamente mi dimostro chiusa e indisponibile, mi porta ad ascoltare con attenzione gli altri e a stare vicino ad un amico/a in difficoltà, e soprattutto mi insegna ad essere contenta delle gioie altrui. .
Sei sei curioso/a puoi sperimentare una pratica di yoga pensata per “dialogare con il proprio cuore”, secondo il vinyasa krama, che inizia con l’esecuzione di alcune posizioni (āsana) e di vinyāsa (āsana in sequenza fluida coordinando i movimenti con il respiro), insieme alla recitazione di un mantra in sanscrito tratto dal canto laghunyāsaḥ. Si conclude con alcuni esercizi per portare l’attenzione alla mente e al cuore con una meditazione .
“Pratica con amore e luce nel tuo cuore” (Viniyoga)
Bibliografia
Yoga Sūtra di Patañjali (Rāja Yoga)
Corso di meditazione M. MannSchatz, ed Red
“Il cuore dello Yoga” di T.K.V. Desikachar, Baldini editore-Roma
SINERGIE DI PROFESSIONISTI
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Hamsa Irene Rinaldi
è Insegnante di Vinyasa Krama Yoga, di yoga e meditazione per bambini e per la “terza età”.