La Mindfulness per gestire lo stress da lavoro

La mindfulness, intesa come tecnica di facilitazione per il rilassamento, gestione dello stress e delle emozioni, è uno strumento che può favorire e supportare anche le organizzazioni. In fondo si tratta di sistemi complessi costituiti da protocolli, procedure, processi, strumenti e metodologie, ma soprattutto da persone.
E le persone al lavoro non “funzionano” in modo differente rispetto alle persone non al lavoro.

Il lavoro è un’attività fondamentale dell’uomo ed è un ambito nel quale è possibile non solo esprimere le proprie capacità e potenzialità, ma anche dove è possibile poter realizzare se stessi.

(Baiocco, Crea, Laghi, & Provenzano, 2004).

Praticare la meditazione mindfulness al lavoro permette di impattare notevolmente sul benessere, sulla performance e produttività degli individui. Possiamo affermare che i livelli di stress, ansia, irritabilità si riducono, a favore di un aumento in termini di memoria, attenzione, problem solving, proattività, resistenza mentale e fisica, buon sonno, autostima. Nonché favorire un miglioramento delle relazioni personali ed il rinforzo del sistema immunitario.

Nelle organizzazioni si rileva un clima fondato perlopiù su alti livelli di competizione per la performance e prestazione, piuttosto che sulla costruzione di spazi per l’apprendimento socio-emotivo. La Mindfulness può essere vista come un esercizio di self-empowerment che agisce per l’acquisizione di maggiore equilibrio emotivo, curiosità e creatività. Dona agli individui la possibilità di riflettere e riconoscere gli aspetti che sono in seme a noi stessi e possono fiorire.

Gli effetti principali di un percorso di Mindfulness sono:

  • Regolazione dell’attenzione
  • Consapevolezza del corpo
  • Regolazione delle emozioni
  • Diversa prospettiva di sé

Risulta evidente l’importanza di questi aspetti per la crescita personale e la maggior percezione di benessere psico-fisico dell’individuo.

Come affrontare il burnout

Nei contesti professionali gli episodi di burnout, esaurimento emozionale, sovraccarico lavorativo e stress fisico, sono in crescente aumento. L’argomento è stato recentemente affrontato e approfondito anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha evidenziato le conseguenze psicofisiche legate al disagio lavorativo. L’insoddisfazione correlata al lavoro – che si può ricondurre alle cause di stress lavorativo (occupational stress o work stress) – è un disagio che oggi sappiamo manifestarsi in modo trasversale rispetto a ruoli, competenze e professionalità.
Malgrado ciò, gli interventi a controllo e prevenzione sono ancora pochi o poco conosciuti. Tra questi la pratica della meditazione mindfulness – o altre pratiche per il benessere – può favorire “l’empowerment for health”, ossia l’acquisizione di competenze e strategie di coping per la gestione e il miglioramento del proprio stato di salute. Evidenze sperimentali supportano il fatto che la mindfulness possa avere influenze positive su:

  • Sistema immunitario (diminuzione marker pro-infiammatori)
  • Sistema endocrino (diminuzione ormoni stress)
  • Sistema autonomico (diminuzione frequenza respiratoria, conduttanza cutanea, frequenza cardiaca)
  • Controllo emotivo (aumento della capacità di moderare le emozioni)
  • Sistema neuro-cognitivo (cambiamenti organici stabili nel cervello)

Gli effetti “secondari” osservabili sono:

Per la produttività

  • Aumento di focalizzazione sul compito e concentrazione
  • Più memoria
  • Aumento capacità di apprendimento
  • Più creatività
  • Aumento di abilità per il problem solving
  • Minore assenteismo (o altri sintomi di malessere lavorativo)

Per le relazioni

  • Più capacità di ascolto
  • Più capacità di comunicazione
  • Aumento empatia
  • Più abilità nella relazione con capo, colleghi, collaboratore, clienti
  • Più autostima
  • Più senso di responsabilità
Conclusioni

Portare queste tecnica – e correlate – in azienda, al lavoro, significa – per me – donare alle persone la possibilità di avvicinarsi a situazioni stressanti – inevitabili – “consapevolmente” in modo che possano rispondere attivamente alla situazione invece di reagire automaticamente. Favorendo – così – una maggiore integrazione tra i sistemi psico-somatico, fisiologico, biologico e lavorativo.

Ritengo che siamo in un momento storico e sociale dove l’introduzione di queste pratiche in contesti “diversi” non sia più e soltanto una opportunità, ma una necessità. Non bastano più solo le esperienze, bisogna far sperimentare esperienze.

Google, Apple, Nike, McKinsey, Procter & Gamble, Deutsche Bank, Yahoo, IBM, SAP, …

Una lista di aziende internazionali che hanno inserito programmi di formazione sulla mindfulness al loro interno. Non sono le uniche, probabilmente.
Forse si, forse no.
L’obiettivo è farle aumentare considerevolmente attraverso lo sviluppo di una sana cultura per il benessere.

 

La Dott.ssa Sefora Rosa Laureata in Psicologia ha frequentato due master in Gestione delle Risorse Umane. Diploma in Coaching Psychologyst. Specializzata in Psicologia per il Benessere, Songtherapy, Mindfulness e Mindful Eating, Yoga Laughter & Gibberish Leader.

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